Dagli inizi al boom pandemico: ecco la storia del padel

Alzi la mano chi prima del 2020 sapeva cosa fosse il padel. E alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di padel dalla pandemia in poi. Paragonato molte volte al tennis, questo sport, come vedremo, ha avuto un vero e proprio boom a partire dalla pandemia.

Dal 2020, infatti, almeno nel nostro paese, sono cresciuti a dismisura sia gli appassionati che gli iscritti, nonché i campi di padel. E pensare che in Italia il padel, si può dire, che sia ‘nato’ abbastanza tardi.

Ma saprai tutto leggendo l’approfondimento.

Come è nato il padel

Il padel è uno sport che è nato nel DopoGuerra, da una invenzione del messicano Enrique Corcuera. Una invenzione nata per caso, da un adattamento di un altro sport, il paddle tennis. Quest’ultimo, infatti, aveva tre differenze sostanziali dal tennis: la rete più bassa, le racchette sono senza corde e il campo è più piccolo.

Ecco, volendo realizzare proprio un campo di questo tipo all’interno della casa dove abitava, si era accorto che c’erano dei muri, ovviamente. Ebbene, questi muri sono serviti per una duplice funzione: da un lato, infatti, aiutare a perimetrare il campo e, dall’altro, rendere quegli stessi muri parte proprio del campo.

L’idea fu molto apprezzata e, anzi, per certi versi fu anche più comodo. Dando riconoscenza all’origine dello sport da cui è nato, questo nuovo sport fu chiamato ‘padel’.  

Siamo nel 1969, volendo dare una data esatta.

La diffusione del padel in America latina

Essendo nato in Messico, viene naturale pensare che il padel sia molto diffuso in America Centrale. Certo, ovviamente è così ma non bisogna dimenticare che milioni di persone che lo praticano ci sono anche in America Meridionale.

Insomma, partendo dal Centro ha fatto una virata verso il Sud in maniera impressionante. Il paese dell’America Meridionale che ha dato man forte alla diffusione del padel è stato sicuramente l’Argentina. Il periodo d’oro si può tranquillamente cristallizzare negli anni ’80. Anche un certo Diego Armando Maradona ha fatto qualche partita. Lì sono cominciati a nascere anche diversi campi di padel.

Se andiamo in Europa, invece, lo Stato in cui si gioca di più il padel è la Spagna, che conta oltre 4 milioni e mezzo di praticanti, compresi gli amatoriali. Anche i vicini di casa dalle Spagna, i portoghesi, sono amanti del Padel.

Da segnalare anche il successo che ha avuto in Svezia, nonostante le temperature fredde d’inverno. 

Il boom dal 2020 in poi

Dal 2020 in Italia c’è stato un vero e proprio boom del padel. Non sono stati costruiti campi di padel al riguardo ma anche diversi siti monotematici che parlano di padel, come questo qui. In ogni caso, però, il primo campo di padel nel nostro paese è stato realizzato nel piccolo paesino di Costabissara, in Veneto, provincia di Vicenza, nel 1991.

Da lì, poi, si è avuta una mini diffusione in Emilia-Romagna e poi a Roma nel 2013. Insomma, ci sono voluti diversi anni per avere anche in Italia una diffusione del padel. Diffusione che, però, è letteralmente esplosa con la pandemia. Sono, infatti, più di quattromila i campi di padel in Italia: praticamente uno ogni 2 comuni circa, inclusi quelli piccolo da 600 o 700 abitanti. 

E se si pensa che, invece, ad aprile del 2020 ne erano ‘solo’ poco più di mille si può facilmente comprendere come la diffusione del padel sia andata oltre ogni più rosea aspettativa. Se, poi, si considera che in numerosissime città sono in costruzione diversi campi di padel, si può capire l’importanza che sta avendo questo sport.

Le prospettive future del padel

Adesso, però, bisogna pensare al futuro. Con uno scenario così volubile, è davvero difficile pensare a come potrebbe essere il padel nei prossimi anni. Nel momento in cui si scrive, però, si può logicamente pensare come questo non sia un fenomeno passeggero o una semplice moda.

Ma, anzi, i numeri che abbiamo letto prima, il sentiment positivo verso questo sport sta crescendo sempre di più. E tutto sembra far presagire come, con il tempo, gli appassionati siano sempre di più.

Ovviamente, sono solo previsioni e in un mondo dove c’è molto usa e getta, potrebbe pure essere – anche se questo scenario è molto difficile – che nessuno si ricordi più del padel. Considerando, però, che sono stati fatti anche degli investimenti importanti da parte di imprenditori, è molto difficile, poi, pensare che non vogliamo ritornare di questi investimenti.

Anche perché giocare a padel è piuttosto semplice – non stiamo parlando di essere campioni, ma di fare semplicemente il minimo indispensabile per garantire una certa giocabilità – e, soprattutto, rispetto al calcetto bastano anche due persone (non 10). Un bel vantaggio, insomma, per un sport che affascina chi lo guarda e fa innamorare chi lo gioca.

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Redazione

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