Quando si fa una strategia di web marketing per il proprio business, molto spesso si omette la SEO. Un errore che fanno in parecchi e che rischia di essere pagato a caro prezzo. I motivi principalmente sono due: che per ottenere risultati ci vuole un bel po’ di tempo e che, comunque, richiede delle competenze che non sempre si posseggono.
Anche perché bisogna entrare nei meandri di certi tecnicismi che non sono alla portata di tutti. Avviare, però, una strategia di web marketing senza fare SEO è un boomerang. E i motivi sono diversi.
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Perché si intercetta la domanda consapevole
Vogliamo dirlo in maniera semplice, proprio per andare alla portata di tutti. Utilizzando degli strumenti seo efficaci, infatti, è possibile capire qual è la domanda consapevole degli utenti relativi al tuo business. Andiamo con ordine. Quando si fa una ricerca su Google, vuol dire che l’utente è già predisposto che vuole quella determinata cosa.
Se non trova te, arriverà al tuo competitor. Da lì non si scappa. Questa è, infatti, la grande differenza con i social network. In quest’ultimo caso, si va a interferire nella home dell’utente proponendo qualcosa che, magari, non sta cercando in quel momento ma che solo potenzialmente potrebbe essere interessato.
Invece, con i motori di ricerca, il ragionamento è esattamente l’opposto: l’utente vuole quella cosa specifica e digita lui il primo risultato o, comunque, uno dei primi risultati. È come quando una persona scende per fare shopping ed è già intenzionata ad acquistare un vestito. Deve solo scegliere il negozio.
Perché non è necessario pagare direttamente i motori di ricerca
Questo è un aspetto molto interessante. A meno che non si facciano campagne specifiche su Google Ads, per essere primi sui motori di ricerca non è necessario pagare direttamente Google per ottenere quel risultato.
Infatti, è fondamentale pagare un professionista che sappia fare il suo lavoro ad hoc e sappia utilizzare tutte le strategie che servono per migliorare il tuo posizionamento. Va da sé che non tutte le keyword sono scalabili (ad esempio, non si può pensare di essere primi per la parola chiave ‘Roma’ o ‘Napoli’), ma, una volta utilizzate le keyword giuste, si deve solo procedere al lavoro.
Questo non vuol dire che fare SEO sia necessariamente economico ma, come si può pensare, non pagare direttamente Google consente di avere una buona fetta di budget da investire nella SEO. Giusto per riprendere il parallelismo con i social network, su Facebook e Instagram se non si fanno delle campagne sponsorizzate, quindi pagando le due ‘creature’ di Mark Zuckerberg. Se si ‘spegne’ il rifornimento, è come se i profili non esistessero più perché non si pagano le campagne.
Perché è complicato salire ma è complicato anche scendere
Vero, è davvero complicatissimo arrivare in prima pagina per delle keyword competitive. Ci vuole tempo, costanza e pazienza. Ma se non si usano tecniche ‘strane’ o sotterfugi che a Google non piacciono, non si deve temere nessun aggiornamento o quasi.
Così come è difficile salire è complicato scendere. Quindi, a un certo punto si dovrà solo dare una ritoccatina e controllare se è tutto ok. Certo, bisogna sempre spiare la concorrenza perché bisogna essere pronti ad arginare gli ‘attacchi’ che possono provenire dai competitor (ad esempio, c’è chi fa ‘negative SEO’ ma è un aspetto troppo tecnico per spiegarlo qui) e studiare per comprendere se Google utilizza altri criteri rispetto a quelli che propina ogni giorno per essere in prima pagina.
Ma, questo, è compito del professionista.